Ospedale all’Angelo-Mestre. Dolori all’addome, va in ospedale e muore in 6 ore: «Diagnosi errata»

Ospedale all’Angelo-Mestre. Dolori all’addome, va in ospedale e muore in 6 ore: «Diagnosi errata»

di Gigi Bignotti

MESTRE – Lasciate sole con il loro dolore, senza risposte nè spiegazioni. Se la sensibilità dei dirigenti Asl si misurasse sulla triste vicenda di questa famiglia veneziana, saremmo messi davvero male. Alla vedova D.C. e alla figlia, F. C., non è rimasto che rivolgersi al Tribunale del malato. La presidente della Riviera Sandra Boscolo le ha subito indirizzate al loro studio legale e l‘avvocato Silvia Sorrentino, dopo altre mancate risposte chiama i vertici Asl in tribunale .

I fatti: il 4 luglio 2013 il capofamiglia, Gianni C., pensionato, 69 anni, accusa forti dolori addominali che peggiorano nel tardo pomeriggio e portano i familiari a chiamare il Suem. In serata viene trasferito da un’ambulanza (senza medico a bordo) al pronto soccorso dell’Angelo a Mestre. Alle 21.46 viene registrato l’ingresso per “dolore toracico con fattore di rischio”. Alle 0.33 dopo gli accertamenti (Rx, ecg e prelievi) i sanitari decidono di tenerlo in osservazione per epigastralgia.

La moglie e la figlia gli restano vicine, ma nella notte lasciano l’ospedale dopo aver raccomandato il personale di seguirlo visti altri strani sintomi (collo e pancia gonfie, forti difficoltà respiratorie). Non di registra alcun rilievo sul paziente fino alle 4.36 e 4 minuti dopo ecco un grave distress respiratorio: veniva quindi allertato il rianimatore che – secondo il ricorso presentato dai familiari – è intervenuto un’ora dopo visto che il paziente risulta trasferito in area rossa e intubato solo due minuti prima delle 6 di quel frenetico e tragico mattino.

Neppure mezzora dopo ne veniva constatato il decesso per “volvolo intestinale con perfortazione peritonale, miocardiopatia, stasi acuta poliviscerale”.

«I sanitari hanno sbagliato la diagnosi d’ingresso e quelle successive – scrive nel ricorso l’avv. Sorrentino sulla base delle perizie medico legali – la patologia era addominale ed è stata ignorata. Gli esami rilevano chiaramente i sintomi di una occlusione intestinale (leucocitosi, acidosi e ipossiemia). Una diagnosi tempestiva avrebbe consigliato l’immediato ricovero e il consulto di un chirurgo che senz’altro avrebbe potuto con ottime probabilità di risolvere il problema del paziente».

L’aspetto forse ancora più grave è l’assoluto silenzio dell’Asl 12 Veneziana a tutte le sollecitazioni di concilazione del Tribunale per i Diritti del Malato Riviera del Brenta. Da qui il ricorso in tribunale.

Giovedì 28 Maggio 2015, 16:48

«Lei e’ obeso e ci rompe i macchinari». Esame negato all’ospedale di Dolo

Ora un paziente di 150 chili pretende le scuse dall’Asl 13 che gli ha garantito la prestazione solo a Mirano. Segnalazione al Tribunale del Malato

DOLO «Mi sono recato all”ospedale di Dolo per sottopormi a visita cardiologica, Ecg e test da sforzo, indispensabili per poter iniziare una terapia farmacologica. Il medico, come riportato nel certificato, non mi ha fatto svolgere il test da sforzo perché sono un grande obeso, perché incorrerei in rischi per lo sforzo e per problemi di portata dell’ergometro». A protestare è L.B., 64 anni, doveva sottoporsi ad alcuni esami per iniziare una terapia farmacologica.

Il 21 ottobre l”uomo va all”ospedale di Dolo per sottoporsi alla visita. «Il medico mi dice che non può sottopormi al test da sforzo. Mi sono sentito abbandonato per come sono stato trattato». L.B. ha quindi telefonato in Cardiologia a Mirano. «Un medico mi ha informato che il test viene eseguito anche a chi pesa 150 chili. Ho fatto il test senza difficoltà il 14 novembre». L”uomo si è rivolto quindi al Tribunale del Malato della Riviera del Brenta.

«Chiedo che l’Asl 13 fornisca la corretta informazione all’utenza. Chiedo inoltre le scuse e di essere risarcito per il danno conseguente e per il disagio subito». L’uomo si è rivolto al Tribunale del malato: «Nell’era dei tapis roulant all’ospedale di Dolo si usa ancora la bicicletta. La nostra area legale si sta occupando di soddisfare le richieste dell’utente».

Dalla direzione generale dell”Asl 13 fanno sapere che «il signor L.B. è stato visitato in Cardiologia a Dolo e il medico specialista sulla base delle condizioni fisiche del momento, ha valutato di non procedere all”esecuzione dell”esame da sforzo peraltro su una strumentazione (bicicletta) non idonea a tenere il peso. Il paziente è poi riuscito ad effettuare l”esame alla Cardiologia di Mirano perché in possesso di apparecchiatura (tappeto) idonea alla corporatura del paziente».

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11 dicembre 2013

«Nessun rimborso se l’assistenza è stata garantita»

MIRANO. «Se gli utenti ritengono di aver subito un torno, si possono rivolgere al Tribunale dei diritti del malato». Così Sandra Boscolo, referente per l’Asl 13 dell’associazione che tutela gli…

MIRANO. «Se gli utenti ritengono di aver subito un torno, si possono rivolgere al Tribunale dei diritti del malato». Così Sandra Boscolo, referente per l’Asl 13 dell’associazione che tutela gli utenti e i pazienti della sanità.

Il tribunale non si sbilancia prima di aver accertato i fatti: «In fattispecie come questa», precisa Boscolo, «l’Asl deve prevedere tutte le procedure di assistenza previste dai protocolli di intervento, per cui era necessario inviare dei soccorritori sul posto. Se questo è stato fatto l’azienda ha assolto ai propri obblighi. In ogni caso se i cittadini coinvolti in questa vicenda ritengono di aver subito un torto, possono rivolgersi a noi per analizzare la vicenda nel particolare».

Per l’associazione poi, tutto dipende dal rischio a cui sono stati sottoposti soprattutto i bambini, che in determinate condizioni possono aver sofferto di disidratazione, stato confusionale e shock psicologico. «Come gli anziani sono soggetti deboli e meritevoli di maggior tutela», afferma Boscolo, «ma se il personale sanitario accorso sul posto ha valutato buone le loro condizioni, non ci dovrebbero essere gli estremi per richiedere l’esenzione dal ticket». (f.d.g.)

24 luglio 2013

Premiati “gli infermieri del sorriso”

Premiati 31/05/2013 – Cerimonia in Veneto, promossa da Cittadinanzattiva, per conferire un riconoscimento a chi sa coniugare valori umani e professionali.

Un premio al valore umano, fondamentale nel processo di cura. Succede a Dolo, in Veneto, dove Comune e Cittadinanzattiva, hanno promosso l”iniziativa “I care”, per rendere omaggio a quegli infermieri “che con il loro sorriso sanno cambiare il colore della giornata degli ammalati”.
La cerimonia di premiazione della prima edizione si è svolta alla presenza del vicesindaco di Dolo, Giuliano Zillo; della presidente del Tribunale per i diritti del malato, Sandra Boscolo; del presidente del Collegio Ipasvi di Venezia, Luigino Schiavon.

A “salire sul podio”: Fiammetta Panizzolo (Pronto Soccorso), Patrizia Causin (Assistenza domiciliare integrata), Lucio Pinciaroli (reparto di Medicina). “Non ce l”aspettavamo – hanno dichiarato alla stampa locale – Siamo grati di ricevere questo riconoscimento, ma crediamo di non aver fatto nulla di speciale se non ciò che sentiamo di fare normalmente in qualità di infermieri”.

A sottolineare l”importanza del lavoro svolto dai premiati, la presidente Boscolo: “Accanto alle lamentele spesso riceviamo anche delle segnalazioni di comportamenti positivi. Da qui, l”idea di valorizzare i professionisti che compiono queste azioni degne di nota e fondamentali per chi soffre in una camera d”ospedale”.

http://www.ipasvi.it/attualita/premiati-gli-infermieri-del-sorriso-id905.htm