Occorre abolire subito il superticket

Cittadinanzattiva-Tdm: “Via il superticket e ridurre le disuguaglianze regionali”

“Siamo disponibili a ragionare con tutte le istituzioni che su questo vogliono agire concretamente e chiediamo di essere coinvolti da subito in questo percorso. Occorre abolire subito il superticket e i ticket aggiuntivi regionali dove ancora presenti”. E per Cittadinazattiva le risorse necessarie per farlo ci sono.

14 MAR – “Da anni chiediamo di abrogare il superticket di 10 euro sulla ricetta che, da provvedimento provvisorio del 2011, è diventato strumento definitivo per fare cassa e per allontanare i cittadini dal Servizio Sanitario Nazionale e rendere più difficile l’accesso alle prestazioni sanitarie. Infatti il combinato tra liste di attesa e caro ticket fa sì che, per una serie di prestazioni, in particolare quelle a più basso costo, il Servizio Sanitario Nazionale non sia più la prima scelta per i cittadini”.

Così Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva intervenendo sulla questione ticket dopo le dichiarazioni del ministro Lorenzin di ieri e il dibattito che ne è seguito.

“Per fare qualche esempio – aggiunge Aceti – l’esame delle urine nel privato costa circa 2,17€, mentre nel pubblico arriva a 16,17€ per effetto del superticket; l’emocromo in privato costa circa 9,89€, nel pubblico 20,89€ a causa del superticket. Uno squilibrio che va superato subito”.

“Siamo disponibili a ragionare con tutte le istituzioni che su questo vogliono agire concretamente e chiediamo di essere coinvolti da subito in questo percorso. Occorre abolire subito il superticket e i ticket aggiuntivi regionali dove ancora presenti. E’ necessario – sottolinea ancora l’esponente di Cittadinanzattiva – almeno prevedere una compartecipazione progressiva in base alla capacità reddituale fino ad un livello massimo che renda il ticket sempre più conveniente rispetto al costo nel privato e salvaguardare le esenzioni totali per disoccupati e malati cronici e rari. E’ il momento giusto di rendere la vita più semplice per i malati, ad esempio prevedendo il rilascio del codice di esenzione 048 alle persone che hanno un sospetto diagnostico di tumore da sciogliere, come già avviene in Piemonte. Infine ridurre le disuguaglianze regionali dei ticket che ad oggi sono una vera e propria giungla”.

Per abrogare il superticket occorrono 834 milioni di euro, da recuperea secondo Aceti attingendo risorse da diverse fonti:
· fondi che entrano nel SSN attraverso l’intramoenia;

· risparmi conseguenti alla riorganizzazione della rete ospedaliera;

· risorse derivanti dal pay back da farmaci e dispositivi medici;

· risparmi derivanti dal superamento delle duplicazioni di centri e procedure decisionali;

· risparmi sulla medicina difensiva conseguiti attraverso l’implementazione della nuova legge sulla responsabilità professionale;

· promozione dell’appropriatezza clinica e organizzativa;

· selezione sulle innovazioni tecnologiche che servono davvero;

· risparmi conseguiti attraverso l’uso di farmaci equivalenti e biosimilari;

· risorse derivanti dal contrasto a inefficienze, sprechi e corruzione;

· risparmi nel settore non sanitario, agendo su: consulenze esterne delle Regioni che valgono 800 milioni di euro all’anno; taglio dei vitalizi ai consiglieri regionali; trasferimenti alle aziende municipalizzate regionalizzate e provincializzate che costano 3,3 miliardi di euro ogni anno.

14 marzo 2017
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Sbloccare subito i fondi per gli ospedali dell’Asl 13

«Sbloccare subito i fondi per gli ospedali dell’Asl 13»

DOLO I circoli Pd di Riviera e Miranese uniscono le forze per organizzare una nuova mobilitazione a salvaguardia delle strutture dell’Asl 13. L’obiettivo è la sistemazione delle strutture e lavorare perché gli ospedali di Dolo e Mirano rimangano per “acuti”. «Chiediamo alla Regione lo sblocco dei 22,5 milioni di euro», spiega Gabriele Scaramuzza, responsabile Sanità del Pd, «che erano stati stanziati dalla Finanziaria 2010 per la sistemazione delle strutture dell’Asl 13. Bisogna poi dare avvio ai lavori già autorizzati dalla Regione come la ristrutturazione del Pronto soccorso di Dolo. Chiediamo poi una maggiore mobilitazione del presidente della Conferenza dei sindaci e auspichiamo che i Comuni votino l’ordine del giorno a tutela dell’Asl 13 come fatto da Camponogara». Sarà creato un gruppo di lavoro «composto da una dozzina di persone di Riviera e Miranese», commenta Matteo Bellomo, segretario Pd di Dolo, «che promuoverà azioni e iniziative per la tutela dell’Asl 13». Nel frattempo una delegazione del Tribunale del Malato della Riviera, formata dal coordinatore regionale Giuseppe Cicciù, dalla coordinatrice di giustizia Silvia Sorrentino e dalla presidente Sandra Boscolo, ha incontrato il direttore generale dell’Asl 13, Gino Gumirato. «Siamo soddisfatti per l’esito dell’incontro con Gumirato», si legge in una nota, «che ha manifestato ampia volontà di collaborazione per le attività proprie del Tribunale del malato e sulla necessità di migliorare la qualità della relazione medico-paziente, il controllo gestione delle cartelle cliniche, il consenso informato, l’assenza di posti letto Hospice. Abbiamo evidenziato l’assenza del medico palliativista, i tagli effettuati all’assistenza domiciliare oncologica, la chiusura estiva di Oncoematologia e la riduzione del volume delle prestazioni sulla terapia antalgica, in un momento in cui l’associazione è impegnata a promuovere la conoscenza della Legge 38/2010 che consente l’accesso alla terapia del dolore e alle cure palliative. Abbiamo affrontato anche il problema legato alle risorse economiche, costituito principalmente della quota pro-capite dell’Asl 13, la più bassa delle Asl del Veneto». Giacomo Piran ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Gara con le ciaspole per le strade di Dolo

«Gara con le ciaspole per le strade di Dolo»

DOLO Continuano le polemiche in tutta la Riviera dopo l’abbondante nevicata di lunedì che ha provocato disagi alla viabilità ma anche a pedoni e ciclisti. Alcuni cittadini hanno giocato sull’ironia per esprimere critiche sulla gestione dell’emergenza. Tra questi anche Stefano Uva, consigliere comunale di Dolo, che lunedì mattina aveva inviato una mail a tutti i referenti comunali. «Si comunica che oggi alle 10», si legge nella mail, «per onorare la recente onorificenza di Dolo Città europea dello sport, è organizzata una gara con le ciaspole con partenza davanti al Comune. Il percorso toccherà le più belle località dolesi e alla fine i partecipanti potranno godere di meritato ristoro a base di spritz in un noto bar del centro». Sandra Boscolo, presidente Cittadinanzattiva della Riviera del Brenta, ha invece scritto una mail corredata da quattro foto al sindaco di Mira, Alvise Maniero. «Due cittadini ieri verso le 15 sono rovinosamente caduti transitando sui marciapiedi di Mira», ha scritto Sandra Boscolo, «i marciapiedi sono importanti perché utilizzati da numerose persone che per recarsi al lavoro non usano l’auto ma i mezzi pubblici».

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E al Civile di Venezia bisogna aspettare 12 mesi

E al Civile di Venezia bisogna aspettare 12 mesi

di Simone Bianchi

VENEZIA Un anno per fare una mammografia su prenotazione extra screening all’Ospedale Civile di Venezia. Questi i tempi segnalati dalla Uil per quanto concerne le liste d’attesa in questo specifico ambito. Un problema, quello delle liste, che non colpisce solo le mammografie ma anche molte altre specialità tra Venezia e Mestre. «Siamo sostanzialmente alle solite», osserva Francesco Menegazzi, sindacalista Uil, «per fortuna c’è il sistema di screening impostato dall’Asl 12 che sta risolvendo molti problemi a chi rientra nelle fasce di età in cui è necessario e fondamentale sottoporsi a questo esame, ma quello che più ci preoccupa è la scure che rischia di abbattersi sulla sanità privata veneziana (Policlinico San marco e Villa Salus, ndr). Se dovesse servire per migliorare poi i servizi sul territorio o nei nostri ospedali potrebbe avere anche un senso, ma noi rimaniamo dubbiosi in ogni caso, e soprattutto non dovranno essere persi posti di lavoro». E se da un lato per fare una mammografia di controllo le liste d’attesa sono lunghe, dall’altro l’Asl 12 ha incrementato il servizio di screening dal marzo scorso. Gli esami, accantonato il camper che veniva utilizzato in precedenza, vengono effettuati in due nuove sedi fisse, gli ambulatori senologici di screening del Distretto sanitario 3 in via Cappuccina a Mestre e del Distretto sanitario 1 all’ex Ospedale Giustinian di Venezia. Lo screening è rivolto a tutte le donne residenti e domiciliate, assistite nell’Asl 12 e di età compresa tra i 50 e i 74 anni. Come per il passato, la segreteria screening invia a domicilio le lettere d’invito, che indicano sede, giorno e orario dell’appuntamento: le utenti possono aderire presentandosi munite dell’invito. Le modalità di esecuzione restano le stesse. La risposta, in caso di mammografia negativa, arriverà per posta e il richiamo successivo sarà dopo due anni. In caso invece si rendesse necessario completare l’indagine con una ecografia, l’utente riceverà una telefonata dal personale sanitario della segreteria organizzativa. L’ecografia sarà effettuata nei reparti di Radiologia degli ospedali di Mestre o Venezia. Altri problemi ci sono però in alcune aree dell’Asl 13, Dolo-Mirano. «Purtroppo abbiamo continue segnalazioni di donne che non riescono a vedersi accolta la domanda per la mammografia, e così sono costrette a pagare e andare per vie private», dice Sandra Boscolo, presidente del Tribunale per i diritti del malato di Dolo. «Lo screening invece funziona, e va detto che l’Asl periodicamente raccoglie le richieste inevase, le analizza e trova poi un posto per l’esame nei casi che vengono ritenuti più urgenti o importanti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA